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La prossima ondata di pensiero sta interessando l’industria manifatturiera. Lungo il percorso di Fastems verso l’economia degli ecosistemi, abbiamo interpellato recentemente Abayomi Baiyere, professore assistente presso la CBS e ricercatore Fastems. Ecco le loro risposte alle nostre domande fondamentali sullo sfruttamento del valore dell’ecosistema economico.

 

1. Cosa afferma il pensiero ecosistemico in generale?

L’idea è quella di allontanarsi dalla visione della catena del valore, in cui le aziende pensano di poter sviluppare autonomamente i loro prodotti e creare valore per i propri soggetti interessati all’interno di un sistema di produzione chiuso. Con il pensiero ecosistemico, ci rendiamo conto che ci sono molte potenzialità da sfruttare al di fuori del proprio settore e più valore da creare assieme ai partner. Quando un’azienda intravvede opportunità o sfide che non può gestire da sola, può cercare di lavorare insieme ai partner, ai clienti e agli altri soggetti interessati per incrementare i benefici. Il pensiero ecosistemico inverte le tradizionali logiche di business, ad esempio, nel marketing, nel capitale umano, nella finanza, nella ricerca e sviluppo, nell’innovazione e nella strategia.

 

2. In che modo il pensiero ecosistemico influenza le diverse aree di business?

Gli effetti possono essere spiegati al meglio attraverso esempi pratici. Nel marketing, le aziende passano dalla messaggistica in uscita all’assistenza in entrata. Per esempio, un’azienda di occhiali può inviare a un utente cinque diverse montature da provare a casa; l’utente pubblica le alternative sui propri social network per ottenere voti sul look migliore e si decide per lo stile o gli stili che ricevono più consensi. L’utente o il cliente viene così sfruttato per svolgere mansioni di marketing che fanno crescere le reti.

In termini di capitale umano, l’enfasi si sposta da esperti interni a folle esterne, dal pensiero subordinato alla persuasione della comunità. Per esempio, Apple è un maestro nello sfruttare il potere della folla attraverso la sua comunità iOS di proprietari di contenuti, sviluppatori, utenti e marchi. Il loro valore viene creato dall’ecosistema. In termini finanziari, i modelli di valutazione aziendale che sottovalutano l’espansione del mercato sull’onda degli effetti di rete non riusciranno a cogliere adeguatamente il valore di un simile business. Ad esempio, Instagram è stata venduta a 1 miliardo di dollari, non grazie ai contributi dei suoi 13 dipendenti, ma grazie ai suoi 30 milioni di utenti.

 

3. Perché sono importanti l’apertura e la trasparenza, e cosa significa lo scambio di valore sul mercato?

In termini di ricerca, sviluppo e innovazione, le piattaforme sono aperte ai contributi di terzi. Cercare di creare individualmente ogni caratteristica può generare una piattaforma a rischio; un approccio più proficuo è quello di scegliere poche caratteristiche chiave su cui concentrarsi totalmente e lasciare agli altri attori (partner, concorrenti, clienti, ecc.) il compito di innovare tutto il resto. In termini di strategia, questo significa che l’obiettivo si sposta dal controllo, dalle barriere all’ingresso e dalla differenziazione a scambi di mercato più proficui. Si è verificato un cambiamento fondamentale nel sistema, e gli effetti di rete non possono essere misurati dall’interno con la stessa facilità con cui è possibile farlo dall’esterno. Nel pensiero ecosistemico, l’attenzione si sposta dall’interno all’esterno, da me a noi. Seguendo l’esempio dell’industria del software, risulta evidente che gli utenti sono partner e co-creatori importanti ed elemento integrante dell’equazione per la creazione di valore.

 

4. Cosa significa questo per l’industria manifatturiera?

Il pensiero ecosistemico significa spostare la nostra attenzione dai sistemi chiusi di produzione all’interno delle singole aziende per spaziare oltre la tradizionale catena del valore. Secondo la ricerca, la complessità della produzione risiede nella crescente varietà e complessità dei prodotti, nei cicli di vita più brevi, nella velocità, nella maggiore pressione sulla qualità e nella crescente necessità di tracciabilità. Ci si aspetta che i prodotti siano personalizzati e consegnati come “ordini perfetti”. Queste aspettative si manifestano in un mercato globale che include catene di fornitura geograficamente diverse e rapidi cambiamenti nel business e nella tecnologia. La sfida è quella di consentire una produzione economicamente fattibile in presenza di queste condizioni dinamiche, e per raggiungere questo obiettivo è necessario dimostrare notevole agilità piuttosto che flessibilità e realizzare il passaggio da piattaforme, sistemi e metodi discreti a quelli connessi.

La strada da percorrere è quella della co-creazione ecosistemica e dell’utilizzo della creazione di valore ecosistemico e delle operazioni condivise. Tutto questo si traduce in progetti più integrati, che prevedono lo sviluppo dell’offerta esistente e il lancio nuove soluzioni. In futuro ci sarà più “agilità E2E”. La rete di produzione diventerà più trasparente con catene di tracciabilità incentrate sul prodotto, consapevolezza e reattività della situazione a livello di produzione, gestione delle operazioni sul piano di rete e condivisione capacità e risorse.

 

5. Qual è il pensiero ecosistemico di Fastems?

Fastems è fortemente imperniata sul pensiero ecosistemico, e noi ci adoperiamo per essere i precursori delle economie ecosistemiche all’interno dell’industria manifatturiera. Fastems è uno dei membri di Intelligent Industry così come di MEX Finland co-creation ecosystem. In questi ecosistemi, siamo coinvolti in diverse attività di sviluppo dell’innovazione, che si traducono, ad esempio, in concetti di prodotto concreti approvati con successo dal mercato. Fastems partecipa anche al progetto Trinity, che fa parte del programma quadro Horizon 2020 della UE. L’obiettivo del progetto è quello di creare nuove soluzioni tecniche e standardizzate, corsi di formazione personalizzati e accesso alle reti europee di robotizzazione per le PMI. Per quanto riguarda il futuro di Fastems e il pensiero ecosistemico, siamo consapevoli che conseguire il successo da soli è una strada difficile da perseguire e che spesso si ritorce contro di noi. Per questo motivo investiamo in reti ed ecosistemi internazionali, che generano soluzioni produttive in grado di soddisfare al momento attuale e in futuro le esigenze dell’industria soggetta al cambiamento dinamico.

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